venerdì 23 novembre 2012

Di figli e di cristallo

Stamattina sono stata "placcata" da una professoressa del piccolo (che conosco al di fuori della scuola).
- Hai fretta? Posso riceverti? Ricevimento forzato!

E mi ha parlato del calo di rendimento rispetto all'anno scorso. Aveva bei voti in quella materia, mentre quest'anno stenta a decollare.


E da qui ne è partito un bel confronto, una condivisione di problemi tra  "mammeconfiglichenonstudiano" e con la reciproca promessa di avvisare l'altra se troviamo il modo di farli uscire da quella specie di torpore, se riusciamo ad accendere quella scintilla.

Giro a voi la domanda. A voi che ci siete passati. A voi che avete dei figli che non ritengono la cosa più naturale del mondo mettersi a studiare dopo pranzo e farlo con metodo efficace. Si accettano consigli da maestre, prof e mamme o papà. Insomma, da chiunque possa dare una dritta. Eccheccavolo, servirà anche a qualcosa questa rete! (oltre a farmi rimandare un sacco di cose da fare ;) )

Andando al lavoro, mi è ritornata in mente una frase che ho sentito tanti anni fa, non ricordo dove. Uno scultore, parlando della sua arte, diceva che intravedeva già la scultura nel pezzo di legno che doveva scolpire. Si trattava solo di togliere tutto il legno che c'era attorno.

Ecco. In questo momento vedo i miei figli come due cilindri di cristallo. Vedo la loro sagoma nitida all'interno. Prima o poi riuscirò a togliere tutto il cristallo che c'è intorno.

16 commenti:

  1. Ti racconto una storia: quand'ero una ragazzina, c'era il figlio di un'amica di famiglia che non ce la faceva proprio a studiare. Alla fine ha smesso, nonostante mille sforzi. Tragedia! Oggi quel ragazzo è un uomo realizzato, non solo economicamente ma in tutto. Perché ti racconto questa storia: perché per me Luca potrebbe essere uno dei miei figli e potrebbe capitare che a uno di loro non vada di studiare (per mille motivi diversi, compreso il fatto che gli insegnanti, o io stessa, non gli avranno trasmesso la passione per lo studio - perché ci vuole anche quello!).
    Sono la prima a pensare che studiare sia importante, ma fattelo dire da una che di titoli ne ha da buttare (nel vero senso della parola oggi come oggi!) quello che conta è l'interesse e quello può venire "anche" fuori da un'aula scolastica. Non so se ti sono stata di aiuto, però :D! E tuo figlio cosa ti dice?

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    1. Non sono particolarmente interessata ai voti, mi basterebbe che ci fosse appunto l'interesse, dentro o fuori l'aula non importa. Cosa dice? Lui dice sempre che ha studiato, solo che a volte lo fa in modo approssimativo e non riesce perciò a memorizzare tutte le informazioni. E si concentra sulle materie che gli piacciono, mentre è dura fargli capire che le deve studiare tutte. Se poi la scuola italiana non fosse così nozionistica sarebbe meglio. A volte è difficile spiegargli perché deve studiare nei particolari cose che chiunque si dimenticherebbe nel giro di quindici giorni. Mi piacerebbe solo trovare il modo di "raggiungerlo". Forse è solo una fase della crescita. Forse devo solo aspettare un po'.

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  2. Non so aiutarti Alice, non ho figli :(
    Però ti abbraccio a ti auguro un sereno weekend.
    Miky

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    1. Grazie lo stesso Miky, sei tanto cara.
      Ricambio l'abbraccio e l'augurio.

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  3. Cara Alice, come ti sento vicina in questo post!
    La mia esperienza è che un ragazzo che si sviluppa (intendo il secondo sviluppo e forse è il caso di tuo figlio) non trova niente di più interessante di se stesso, del suo cambiamento fisico, delle sue nuove pulsioni, delle sue nuove emozioni, ne è soggiogato e in un certo senso sconvolto: lo studio passa in ultima posizione.
    Cosa fare?
    Ti dico cosa faccio io, fatti una risata, perchè neanche io sono tanto convinta delle mie azioni, improvviso un po', sperando di non sbagliare troppo, dunque:
    gli ricordo di quanto è intelligente, di quanto può dare, di quante cose può fare nella vita, di quanto è importante che sappia ragionare con la sua testa,
    poi gli urlo di non fare il deficiente, di portare rispetto, di non vivere ripiegato in se stesso, di darsi da fare,
    poi lo minaccio di fargli cambiare scuola e mandarlo a fare un lavoro pesante, e, dopo tutto ciò,
    gli nego qualsiasi distrazione tecnologica. Ti piace l'escalation? ;D
    Ora, come ben capirai, ho momenti di sconclusionata disperazione, ma in fondo alla mia anima so, come dici benissimo tu, che lui è una scultura da scoprire e che il legno, per dare risultati migliori, deve essere stagionato e quindi stabile, occorre farlo asciugare e solo il tempo è la soluzione giusta.
    In conclusione: PORTA PAZIENZA CHE POI CRESCE! ;D
    P.S. nel frattempo non è che conosci un ragazzo che gli possa fare un po' di ripetizioni?! ;D

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    1. Ho presente l'escalation! Anch'io nei momenti di tranquillità cerco di fargli capire che studiare serve a costruirsi un futuro migliore, indipendentemente da quello che deciderà di fare. Poi nei momenti di rabbia dò il peggio di me. E mentre urlo sento che non sto facendo la cosa giusta. Non ha bisogno di ripetizioni, deve solo dedicare allo studio il giusto tempo e imparare ad organizzarsi meglio e non ritrovarsi con tante cose da fare tutte insieme.
      Spero anch'io che sia solo questione di tempo e che quella sagoma che intravedo prenda forma. Grazie.

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  4. perdonami, Alice, ma credo che lo scultore in questo caso non sia tu, ma i tuoi figli.
    Sono loro che devono scolpire il cristallo che hanno attorno per far emergere la propria sagomA.
    per il resto oltre ad essere pienamente d'accordo con Simonetta non saprei come aiutarti a parte scrivere questo commento sconclusionato a testimonianza che ti leggo.
    Un abbraccio

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    1. Non è sconclusionato il tuo commento. E' proprio questo il punto. Io non voglio scolpirli a mio piacimento. Cerco solo di avvicinare loro lo scalpello perché prendano forma, perché non restino apatici ma imparino a godere delle cose che studiano. Sento mamme discutere perché hanno preso otto invece di nove e non sanno la fortuna che hanno. A me non interssano i voti (che a volte arrivano, eh) ma mi dispiace che non sfruttino al meglio le loro capacità. Ricambio l'abbraccio.

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  5. La "storiella" è vera ed è attribuita a Michelangelo

    Io intendo scultura
    quella che si fa per forza di levare:
    quella che si fa per via di porre,
    è simile alla pittura.

    Mio figlio ha fatto la scuola d'arte,
    ogni volta che lo andavo a cercare non era a scuola
    quando ha dato gli esami alcuni libri non li aveva mai avuti
    e altri erano ancora avvolti nel cellophane
    poi...
    a 24 anni aveva una laurea,
    a 27 due lauree
    a 29 un master in epidemiologia

    Nel frattempo farei quello che dice Laninin escluse le ultime 5 righe,
    ma la mamma sei tu e meglio di te chi vuoi che lo conosca!

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  6. Massimo sei un personaggio! Faccio già quello che dice Laninin, è che a volte ho paura di sbagliare tutto. Perché so bene che non basta essere la mamma per fare la cosa giusta.
    So che hanno tutta una vita piena di occasioni per diventare quello che vorranno diventare. Ma ci sono giornate così, che tornano a casa con voti così così e allora il percorso lo vedi tutto in salita. Poi le giornate così passano, eh.
    P.S. Mi sfugge il nesso tra scuola d'arte ed epidemiologia!

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    1. Sfugge anche a me il nesso,
      ioho tirato fuori i soldi e questo non m'è sfuggito.
      Ho passato una vita a lavorare
      per dare a loro tutto quello che non avevo avuto
      e che invece avrei desiderato,
      adesso che sono a posto mi rinfacciano che sono stato troppo asente.
      Quindi (che somaro incominciare una frase con "quindi"!) non ti preoccupare,
      una scusa per dire che come madre sei stata una schiappa la troveranno sempre.

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  7. Quindi è proprio vero quando si dice: figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi!!!!
    Io ripensando al mio percorso scolastico posso dirti che ho sempre studiato volentieri e non ho mai dato problemi hai miei ma ora sono senza lavoro e molto disorientata. Mio fratello invece era la dannazione di mia madre, c'è si doveva sempre mettere a studiare con lui altrimenti non avrebbe fatto niente ma poi si è laureato con il massimo dei voto e ora ha un mega lavoro. Quindi direi di non stargli troppo con il fiato sul collo, forse è solo un momento e poi la vita vera secondo me comincia fuori dalla scuola.

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  8. Scusa i brutti errori grammaticali ma sto scrivendo con l'ipad

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    1. Secondo me non ci sono problemi piccoli o grandi: ogni età ha i suoi problemi e una mamma giustamente si preoccupa per quello che sta vivendo. Lo so che c'è tempo perché spicchino il volo, mi piacerebbe solo che avessero un po' più di amor proprio e ci tenessero di più a imparare.

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  9. Uh, leggere te e la Ninin mi fa venire un magone al pensiero di cosa mi potrebbe aspettare...
    Mio padre minacciava mia sorella di ritirarla da scuola e mandarla a pascolare le pecore. Lei ci credeva e si disperava!
    Di minaccia in minaccia si è diplomata con 60/60 (e in seguito laureata, ma senza minacce)

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    1. No, Rachele non farti venire il magone. Conosco ragazzi che non danno pensieri, ogni adolescente è un caso a sè. Ed io voglio bene ai miei, così come sono, ma ci sono giornate più no di altre e allora mi sfogo qui (tanto per dare un po' di pace alle loro orecchie, s'intende!)

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