Avrei voluto scriverlo ieri questo post, prima di sapere come sarebbe andata a finire.
Volevo scrivere che non potevo pensare che gli americani eleggessero Romney, visto che parlavano da giorni di testa a testa tra lui e Obama.
Una delle prime cose che aveva intenzione di fare Romney era di togliere l'assistenza sanitaria alle persone meno abbienti, introdotta da Obama nel precedente mandato. E il motivo era, come sempre, di abbattere i costi che l'assistenza comporta.
Mi piace credere che uno Stato debba pensare ai suoi cittadini come una madre pensa ai propri figli. Un occhio a tutti certo, ma quale madre non si concentrerebbe su quelli che hanno più bisogno del suo aiuto?
Ci lamentiamo tanto della situazione italiana (e ne abbiamo motivo, eh), ma riuscite ad immaginare di andare al pronto soccorso e di sentirvi dire che visto che non avete l'assicurazione non vi possono curare?
O di avere il bambino ammalato e non sapere dove sbattere la testa?
Stamattina alla "mia" radio ho sentito dire che, attraverso la rielezione di Obama, l'America ha ritrovato un'anima. Lo credo anch'io. E spero che ci sia speranza anche per noi italiani. Se vogliamo, sappiamo essere grandi.
Che poi sono una famiglia così simpatica da sembrare i vicini di casa!!!!
RispondiEliminaE' vero. I nostri politici invece sembrano imbalsamati... con qualche eccezione, s'intende! ;)
EliminaCerto che se mettiamo il premio di maggioranza a 42.5%
RispondiEliminasai quanti Monti ci sorbiremo!
E questo è niente in confronto a quello che farebbe
se dovesse andare al governo un'altra volta!
Questa crisi la stanno risolvendo le classi più povere
e come al solito finita la crisi ritorneranno al governo
i politici di destra a mangiare a 4 ganasce.
Oddio Massimo, mi sembra che per "mangiare" ultimamente non si tiri indietro nessono.
EliminaMa quello che non sopporto è che ci sia questa delusione infinita e che la gente abbia intenzione di gettare la spugna, di non avere nessuna speranza che le cose possano migliorare. Lo so che è difficile ma dobbiamo trovare il coraggio di andare avanti. E non chiudere più gli occhi davanti alla delinquenza di destra e di sinistra.
Noi ce l'abbiamo l'anima, è che...come dire...è un po' IMPOLVERATA! ;D
RispondiEliminaHai proprio ragione! A non controllare e a fidarsi, ci siamo impolverati.
EliminaDa oggi occhi aperti. I nostri genitori/nonni sono "risorti" da una guerra. Adesso è il nostro momento di tirarci su le maniche.
evviva Obama! io mi sono davvero emozionata a sentire il suo discorso e intristita per la povera Italietta che io vedo senza speranza e mi auguro sempre di più per mio figlio un futuro fuori di qui dove dove possa realizzare i suoi sogni.
RispondiEliminaA vent'anni adoravo il sogno americano e Obama sembra incarnarlo: nero, giovane, convinto di poter cambiare il mondo. Poi crescendo impari che non è tutto così semplice e pulito. Ma l'Italia siamo noi e i sogni sono nostri e dobbiamo crederci. Lo so che sembra banale, ma bisogna prendere in mano la propria vita. Per esempio, da un po' di tempo ho questa idea: noi mamme siamo una bella fetta dell'elettorato. Dovremmo fare sentire la nostra voce e avanzare richieste legittime, facendo attenzione di non ricevere in cambio solo promesse vuote. E' fattibile?
EliminaIn passato l'Italia era un paese a cui tanti altri si sono ispirati... per la sua cultura, le sue tradizioni e non solo... Oggi a volte mi sembra che abbiamo dimenticato il nostro patrimonio e ci ritroviamo ad invidiandare quello degli altri. E' vero le cose attualmente non vanno bene, ci vuole poco per finire a toccare il fondo e troppo per avere la forza di cambiare le cose... però prima o poi la ruota gira sempre.
RispondiEliminaAnche in America Obama è una ventata di aria fresca, ma i cambiamenti richiedono tempo...
Un abbraccio Alice
E' vero i cambiamenti richiedono tempo. Qui in Italia però dobbiamo volere i cambiamenti. Ci vuole un po' di orgoglio e dignità. E crederci di più.
RispondiEliminaSperiamo anche per noi allora.
RispondiEliminaCiao Alice, un abbraccio.
Miky
Sì, speriamo e diamoci anche da fare. Ognuno nel suo piccolo.
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