lunedì 25 agosto 2014

In the middle of the way a Londra

In the middle of the way
E' cominciata così la nostra avventura a Londra: eravamo in aereoporto e mio marito si è beccato un "you are just in the middle of the way!" o qualcosa del genere. Cominciamo bene, mi sono detta, e un sorriso sornione mi ha riportato a certe mie lamentele verso i turisti a Venezia. Touchée.
In the middle of the way è diventato il filo conduttore di tutta la vacanza, perché per un motivo o per l'altro eravamo sempre in mezzo ai piedi.
Alla ricerca della Lonely planet perduta
Sì, siamo riusciti a perdere la guida già dal secondo giorno, praticamente prima di cominciare ad usarla seriamente. Solo la cartina si è salvata. I fatti si sono svolti più o meno così: - Luca, tienimi un attimo la guida che faccio una foto... Due ore dopo, dopo aver cercato invano un supermercato attorno a Buckingham Palace, grazie anche al prezioso aiuto di una pseudo app-navigatore (dovrò scrivere un post sui navigatori e quanto li odi), non trovando la guida ho ricostruito le nostre mosse e ho inquadrato esattamente quel fotogramma: Luca, ti ricordi che ti avevo chiesto di tenermi la guida? Ah....sì.....devo averla appoggiata sulla panchina....
Serve dire che una parte di me sperava di trovarla lì ad aspettarci? Ma no, il lieto fine non c'è stato e la guida se la sarà goduta un'altra famiglia italiana...forse.

Buckingham Palace da lontano

Timide prove di avvicinamento
Se nell'ultimo anno il quattordicenne di casa è cresciuto e questo gli ha fatto pensare di dover tenere le distanze, in particolare con me, quasi che ridere delle mie battute o ascoltare le cose che dico sia un segno di debolezza, durante questa vacanza qualcosa è cambiato. Ci ho riflettuto: è avvenuto molto lentamente, all'inizio era tutta una rispostaccia ad indicare che quello che dicevo non gli interessava minimamente, poi un po' alla volta ha cominciato ad avvicinarsi, soprattutto nei musei o alla National Gallery, per confrontare le opinioni e i quadri preferiti. Anche se ogni giorno non perdeva occasione per dirmi - che noia! - o - ma quanti giorni mancano? - ho apprezzato in silenzio che alle mostre, anche se stanco, non si  perdesse una stanza. E' fatto così, non vuole darmi soddisfazione, ma con disinvoltura ha snocciolato le cose che ha studiato nelle ore di Arte. A fine vacanza, l'avvicinamento è diventato perfino fisico: è arrivato addirittura a mettermi il braccio attorno al collo! Lo so che qui non lo farebbe mai - vedi mai che non lo veda un suo amico - ma, a parte che ancora non riesco ad abituarmi all'idea che sia più alto di me (il mio bambino!), sono contenta di questo "addomesticamento" ...fa tanto Piccolo Principe. Ho anche fatto un'altra considerazione: è proprio vero che passare del tempo insieme, condividere delle attività, organizzare le giornate insieme aiuta a ritrovarsi, a riprendere la familiarità che spesso nella fretta della vita di tutti i giorni si perde, ognuno preso dalle proprie cose. L'importante adesso è non ritornare alle vecchie abitudini.
Natural History Museum
Tira e molla
Con la diciassettenne invece è tutta un'altra storia. Lei alterna grandi abbracci a occhiate che ti disintegrano. Quanto bravi sono gli adolescenti a farti sentire un'emerita merda e scusate il francesismo?
Di mio non mi sento vecchia, ma lei in certi momenti riesce a farmi toccare con mano, proprio perché mi appare visivamente, il generation gap che divide i genitori e i figli. E poco importa se rispetto al rapporto che avevo a quell'età con mia mamma, mi sembra di essere avanti anni luce. Il gap c'è, o perlomeno lei lo vede. E forse è un discorso di prospettiva: gli anni ci pongono ad una distanza diversa e le cose sembrano di conseguenza più o meno grandi ed importanti a seconda di chi guarda. Perciò bisogna farsene una ragione e prendere tutti i momenti buoni. Ed ogni volta che c'è serenità è una gioia e bisogna coglierla, fugace com'è.
A caccia del Doctor Who

Dalla National Gallery a Madame Tussauds
Premesso che nella mia testa volevo arrivare a Londra con il programma ben definito e invece avevo solo un elenco di massima, tanti fattori si sono messi di traverso e il tempo ha contribuito a far nascere piani B e C.
Lo pseudo-programma, comunque, prevedeva di alternare momenti più seri a momenti più leggeri. Questo non ha placato le polemiche sul fatto che si camminasse troppo, ma come si può visitare una città senza camminare? 
Ma almeno se dopo una National Gallery riesci a infilare Hamleys (un negozio di giocattoli di cinque piani), o dopo il Science museum una visitina a Harrods, o dopo la Westminster Abbey un Madame Tussauds o il London Dungeon, l'umore della parte ggiovane della famiglia ne trae grande beneficio.



vicino a Piccadilly

Musei e chiese
Se i musei a Londra sono gratis, è tutt'altra storia per le chiese: sia St.Paul's Cathedral che la Westminster Abbey sono a pagamento. Fa un po' effetto pagare per entrare in una chiesa e mi ha fatto un po' effetto, ascoltando l'audioguida, sentire pubblicizzare più volte il negozio e il ristorante dove la visita guidata ti conduce al termine del giro. Capisco la necessità di mantenere queste opere imponenti, ma forse bisognerebbe trovare un altro modo.
Chiostro della Westminster Abbey
La lingua
Ogni anno che passa mi accorgo di perdere sempre più confidenza con la lingua, fortuna che quest'anno c'era mia figlia a darmi manforte, almeno nell'ascolto, anche se poi lasciava andare avanti me. Ce la siamo cavata, non ho fatto grandi discorsi, anche perché diversamente dall'esperienza fatta a venticinque anni di cui ricordo grandi chiacchierate con persone del luogo, compreso il taxista, stavolta ho incontrato persone che stavano più sulle sue. Un' eccezione è stata con il bigliettaio che mi ha chiesto di fare una firma, pronunciando la parola in italiano. Ho chiesto come avesse capito che fossi italiana e lui con un sorriso mi ha mostrato la patente che gli avevo appena consegnato! Mi sono salvata in corner, dicendo che di solito ci riconoscono lo stesso, anche senza documento e ci siamo fatti una risata. Potevo esimermi dal fare una figura all'estero? No, è proprio nella mia natura. 
La lingua invece è stata un problema al London Dungeon: il sito parla di un'esperienza terrificante, ma non accenna al fatto che ci sono molte parti recitate. Molto bravi, niente da dire, ma considerato che ci sono tanti turisti, la parlata velocissima non aiuta a godere appieno dello spettacolo (io non amo molto il genere e capire qualcosa di più, sarebbe stato apprezzato).



Sherlock Holmes museum
Gli inglesi sono proprio forti: sanno approfittare tantissimo dell'interesse che suscitano i libri o i film o le serie tv. A King's Cross c'era una coda infinita per fare la foto al binario 9 e 3/4 (quello di Harry Potter per intendersi) e  a pochi metri c'era la coda perfino per entrare nel negozio che vende esclusivamente i gadget legati alla serie di romanzi. E cosa dire del museo di Sherlock Holmes? Una casa completamente arredata, con tutti gli elementi caratteristici del popolare investigatore. L'unica stranezza è che non è mai esistito, ma non ci si crederebbe vedendo la coda per entrare. Non mi ha molto entusiasmato ma era un must per la diciassettenne, fan della serie tv oltre che dei libri.
Pub di Sherlock Holmes
Parchi
I parchi mi hanno un po' sorpreso. Ricordavo dalla volta precedente di essermi spesso fermata a mangiare qualcosa, circondata dal verde caratteristico, con quella sensazione di pace che ti dà uscire dal caos del traffico e immergerti nella bellezza della natura. Mi piace tanto questo contrasto. Questa volta la pace era la stessa, ma non la cura ed il verde. Parte dei giardini di Kensington avevano l'erba lunga e secca e anche Regent's park. Mi domando se la causa sia stata l'eccezionale bel tempo di luglio. Certo è che negli otto giorni che ci sono stata io, il tempo cambiava così rapidamente che spesso il cambio di piano, dovuto alla situazione meteorologica, veniva miseramente disatteso all'uscita della metropolitana. Nel tempo di un panino, ho visto un bel sole, il sole andare e venire, pioggia, sole e pioggia contemporaneamente, fino all'avvicinamento di un nuvolone nero nero che ci ha fatto definitivamente scappare. In complesso comunque non mi posso lamentare, la pioggia non ci ha sorpreso più di tanto.

Kensinton gardens
Kensington gardens

Regent's park - chi direbbe di essere nel centro di Londra?
Regent's park
Camden town
Durante la settimana abbiamo preso preferibilmente la metropolitana, perché mi risultava più facile, mentre capire dove prendere gli autobus non mi riusciva velocemente. Però arrivi ad un punto in cui ti sembra di aver passato più tempo sotto terra che all'aria aperta e quindi qualche giro in autobus è stato proprio piacevole.
Non siamo riusciti a vedere tutto quello ci eravamo prefissati, però ad un British Museum che solo il piccolo non aveva mai visto (ma che sicuramente avrà modo di rimediare con la scuola) abbiamo preferito passare gli ultimi due giorni a Camden town e Notting Hill e Portobello. Immediatamente entri nella dimensione paese e anche questa fuga dalla grande città si è rivelata piacevole.

Camden town

Camden town


Portobello road
Covent garden
Covent garden

Certamente non è stata una vacanza rilassante, ma viaggiare è il modo di trascorrere le ferie che amo di più.

Bookshop in una "narrow boat"

12 commenti:

  1. Bravi vedo che ve la siete spassata ;)

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    1. Ah io sì, nonostante la mia meta in origine fosse la Cornovaglia.
      Ma dimmi dei parchi, come mai c'è l'erba alta e secca?

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  2. che bel resoconto! ti dirò, mi sono soffermata sulla parte dei figli perché. oltre a immaginare il mio futuro, mi son rivista da giovane, eheh.

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    1. eh eh ridi ridi che ne riparliamo tra qualche anno ;).... No, dai, gli adolescenti non sono tutti uguali; io, per esempio, non ero aggressiva, ero invece piuttosto malinconica. Certo che ti mettono costantemente alla prova e il rapporto con loro è sempre in continuo divenire.

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  3. Alice ...ti ho nominata! Spero non ti dispiaccia...vieni un attimo di là da me... quando vuoi, eh?!

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  4. Sono stato a Londra nel 2008 e leggere il tuo diario di viaggio mi ha fatto rivivere tanti bei momenti.
    Un saluto, a presto!

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  5. Anche noi Londra! Sempre bella :-) anche con i figli!
    Benritrovata!

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  6. L'ultima volta che sono stata a Londra avevo 20 anni e forse per i miei 40 potrei rifarci una capatina :-))

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