domenica 16 giugno 2013

Una nuova vita

Non è stato come pensavo.
Ho sempre pensato all'ultimo giorno di lavoro come ad una giornata umida, molto umida.
Dopotutto venticinque anni abbondanti, più della metà della tua vita, lasciano il segno.

Perciò mi aspettavo che avrei pianto tutto il giorno. Invece no. A parte due attimi nei quali mi si è velata leggermente la vista, non ho versato una lacrima. 

Evidentemente ho metabolizzato la decisione di uscire. Sono stati mesi difficili, perché decidere di uscire con quello che c'è fuori (praticamente il nulla) non è una scelta facile e probabilemente in questo periodo ho elaborato il lutto.

Perché è come quando finisce una storia, anche se sei tu a farla finire, provi un senso di fallimento, perché in fondo in fondo non ti piace che sia finita in questo modo.

Ma restare non era più possibile. Non potevo più anche solo pensare di andare avanti così. E forse non me ne rendo ancora conto, perché per 10 giorni sarò in ferie e solo dopo partirà la cassa integrazione prima e la mobilità poi. Posso solo ringraziare di lavorare in un'azienda abbastanza grande per godere di queste opportunità, perché non tutti possono usufruirne. 

Almeno io ho fatto in tempo ad abituarmi all'idea, non ho dovuto subire anche il silenzio crudele fino al penultimo giorno che invece altri colleghi hanno dovuto sopportare, non avendo loro avuto la possibilità di scegliere se andare o restare.

Che non mi parlino di crisi, perché nessuno impediva che, vista la situazione, si risparmiasse almeno la tortura psicologica del non sapere chi resta e chi no.
Nessuno vietava che alle persone che, essendo stato soppresso l'ufficio intero e che quindi era come se avessero già fatto i nomi, fosse comunicato a tu per tu, invece che in assemblea sindacale.

E soprattutto, se i responsabili avessero avuto, non dico umanità, ma quantomeno professionalità, sarebbero stati presenti in questa settimana cruciale, invece di prendere ferie e tornare quando il "lavoro sporco" sarà finito.

Come posso piangere se non riconosco più il luogo dove ho trascorso le mie giornate da quando avevo 22 anni? Se le persone che "guidano" ora la nave, hanno snaturato tutto? Se vedi che le persone che sono portate in palmo di mano, sono quelle che si sono allineate e che pur di stare a galla, sono disposte a cadere in un burrone? Posso cercare la stima e la riconoscenza di persone così? No, anzi. 

Quello che non potranno cancellare è conservato nei miei ricordi. Ho lavorato tanto, anche troppo in certi momenti, ma mi sono anche divertita. Ho imparato tante cose e ho conosciuto persone alle quali voglio molto bene e il mio dispiacere è tutto per loro, per la tristezza che ho visto nei loro volti l'ultimo giorno.

Sono serena? Apparentemente sì, ma sono due settimane che sbaglio continuamente strada e mi dimentico le cose (bella novità, direte voi...invece è vero, molto più del solito!) Non so cosa sarà di me, ma c'è una parte di me che è convinta che le cose si sistemeranno, che qualcosa succederà e prima o poi un modo per reinventarmi lo troverò.

Oggi ho riguardato "La mia Africa" e ho fatto mie le parole finali di Karen Blixen:

"Io conosco il canto dell'Africa,
[..]
ma l'Africa conosce il mio canto ?  
L'aria sulla pianura fremera' un colore  che ho avuto su di me ?  
E i bambini inventeranno un gioco nel quale ci sia il mio nome ?  
O la luna piena farà un'ombra sulla ghiaia del viale che mi assomigli ?  
E le aquile sulle colline Ngong guarderanno se ci sono ?"

Lo so, perde di poesia trasferire queste emozioni all'interno di un ufficio, ma se qualcuno ricorderà la battuta pungente che ho fatto quella volta, o quando sono scivolata o quando ho perso la rosa (appena regalata) nel parcheggio, se tutto questo riporterà un sorriso sulle loro labbra, varrà comunque la pena di aver fatto un pezzo di strada insieme. Se poi rimpiangeranno anche l'aiuto che davo con il mio lavoro, fatto con passione, per me non ci sarà gratificazione più grande.











33 commenti:

  1. Ho qualche difficoltà ad aggiungere qualcos'altro a tutto quello che ci siamo dette sull'argomento, perchè nelle ultime settimane ti ho seguita passo dopo passo (non mi prendere alla lettera, che se no passo per maniaca).
    Va be...lasciamo stare che ho sbagliato a messaggiarti di una settimana, che il mio voleva essere un "Mi raccomando, sorridi. Sempre."
    Io faccio il tifo per te, ma già lo sai.
    Un tifo sfegatato, perchè ti reputo una persona moooolto coraggiosa.
    Bionda, riccia e coraggiosa, ecco.

    Certo, se in solo un giorno hai reso così meraviglioso il tuo giardino (che poi io il tuo giardino mica lo so com'era prima, che ogni anno pubblichi sempre la stessa foto del ciliegio), non oso immaginare come potrai stravolgere la tua vita non appena smetterai di sbagliare strada più del solito.

    Buon inizio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Velma, il tuo sostegno arriva forte e chiaro. E' una cosa preziosa per me.
      Non so se sono coraggiosa, forse sono solo incosciente. Ma credo che arrivi per tutti un momento in cui hai paura ma vai avanti lo stesso.
      Non mi cadere sul giardino, che a pezzi è stato pubblicato quasi tutto. Ti piace la foto? E' il mio nuovo ufficio! Se non fosse che le zanzare ti mangiano viva!!

      Elimina
  2. Cara Alice, non avevo capito che la situazione da te fosse così grave....quello che scrivi tu purtroppo rappresenta la situazione di tante, troppe persone, di una gran parte del nostro "bel" paese che sta davvero precipitando. Quello che mi chiedo io ogni giorno saprò, sapremo reinventarci?? Me lo auguro davvero e anche io cerco di guardare al futuro in modo positivo anche perché non conosco altro modo per andare avanti. Ti abbracciò forte

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ricambio l'abbraccio Francesca e grazie di cuore. Non so se sapremo reinventarci, ma so che ci proveremo. E sapere di muovermi, di pensare positivo, mi dà una grande energia.

      Elimina
  3. Ha ragione Francesca, la situazione che stai affrontando tu è di troppe persone. L'amarezza, la delusione che ci assale in questi momenti sono inevitabili. A me è successo di andarmene, ma è stato comunque doloroso, ci si rimette in discussione, anche se non serve.
    Questa crisi non è passeggera, purtroppo, e dobbiamo trovare il modo di ripensare a un'economia che dia a tutti la possibilità di vivere in modo dignitoso, magari meno ricco di alcuni anni fa, ma umano, dando a tutti l'opportunità di esprimere se stessi e collaborare con la società nel suo complesso.
    Ci si salva solo insieme.
    P.S. Il tuo giardino è bellissimo! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Ci si salva solo insieme". Hai detto bene. E voglio sperare che da cosa nasca cosa, e che la vera solidarietà sia offrire opportunità, che nessuno chiede niente in regalo, ma la possibilità di dimostrare che vale qualcosa. Grazie.

      Elimina
  4. Ho letto il tuo post ieri sera, ma mi era difficile commentarlo, e lo è anche ora.
    Non so cosa possa essere lasciare il luogo dove hai trascorso metà e oltre della tua vita, io che trovo lacerante lasciare quello in cui ho passato qualche mese. Era però tanto che parlavi di questo addio, e che in un certo modo cercavi di assorbirlo con meno danni possibili, e soprattutto senza lasciar morire la parte viva di te... Sei un modello, Alice; non sono parole retoriche, lo penso veramente. Almeno per me, lo sei. Spero di imparare anche io la capacità di voler vivere e non sopravvivere.
    Grazie per il tuo post.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Asaka, così mi fai piangere! Potrebbe essere incoscienza, ma non riesco a pensare che non ci sia un modo migliore, un posto migliore dove passare le mie giornate. Devo provare a cercarlo, per "non scoprire alla fine della vita di aver vissuto una vita che non mi appartiene".

      Elimina
    2. "...per non scoprire in punto di morte di non aver mai vissuto...." (cit.)

      Elimina
    3. Grazie Velma. Sapevo che non era proprio così, ma la tua è la cit. di Thoreau, la mia è una libera interpretazione di Denys Finch-Hatton (La mia Africa) ;)

      Elimina
  5. Ti capisco perfettamente, ho già vissuto quello che racconti.
    Anche io non ho battuto ciglio, non era più la "mia" azienda.
    Però sono stata veramente male solo sono quando, anni dopo, ho visto le foto del mio ufficio abbandonato, fra cartacce e fili scollegati... quello l'ho anche sognato di notte! :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' inevitabile, perché un pezzettino di noi resterà lì per sempre.

      Elimina
  6. Alice cara, sono un piccolo granello nel tutto , ma per consolarti quel minimo, ti dico che la tua presenza egoisticamente parlando , mi è più che utile.
    E te lo dice una che sta attraversando un momento cruciale della sua vita, dove tutto è cambiato, dove la morte ha falciato per sempre , dove esiste il mai più come prima.
    Avrai modo di trovare altri interessi, quelli veri, quelli sani e senza ipocrisie...
    Un bel taglio agli ipocriti e ai falsi, credimi, non fa mai male.
    Grazie di esserci!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sei tanto cara Nella, grazie di cuore.
      Mi rendo conto che la mia "perdita" non è nulla in confronto alla tua. Sei una roccia, non c'è che dire e nei giorni no, mi pare di capire, hai tante persone che ti sostengono e ti vogliono bene. Questo è l'importante. Un grande abbraccio.

      Elimina
  7. Come diceva un filosofo che amo, non c'è nulla di immutabile se non l'esigenza di cambiare e di non adeguarsi.

    Panta rei.
    Con nuove strade.
    Nuovi progetti.
    Ma anche con nessuna strada. Nessun progetto.

    Cara Alice, scusami, non voglio "farla dacile". Immagino il carico di emozioni e pensieri che il cambiamento porta inevitabilmente con sé. Soprattutto perché lasci qualcosa dopo così tanti anni. il mio vuole solo essere un augurio: stai serena, panta rei. Che tu sia seduta alla scrivania di sempre o nel tuo meraviglioso giardino.

    Non sei incosciente, ma coraggiosa.

    RispondiElimina
  8. Ehm... Sorry per gli errori di battitura, che da un revisore fanno un po' specie, ma sto scrivendo dall'IPhone...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Cherryplum! Che piacere mi fa ritrovarti qui oggi.
      E' importante ricevere incoraggiamento. Ci sono già abbastanza persone che mi guardano con rassegnazione. Non posso pensare di essere troppo vecchia per fare altre cose, nuove esperienze. Sì, c'è crisi, ma c'è anche poca speranza in giro, e poca fiducia, si attende passivamente che cambi qualcosa. Voglio pensare di avere altre opportunità. Poi magari non andrà così, ma voglio crederci. Grazie cherry (io aspetto sempre i tuoi post, eh?)

      Elimina
  9. Ti ammiro molto per il coraggio. Io sono a un passo dietro di te, ancora nella fase della "solidarietà". Mi piace il tuo ottimismo, non ne posso più di musi lunghi e disperazione. Che per carità, ci stanno tutti in un momento come questo, però ogni tanto ci vuole pure una prospettiva aperta sul futuro, altrimenti si rischia davvero di soffocare..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, mi piace l'idea di tenere una prospettiva aperta sul futuro. Ma non riesco a trasmetterla. Quando ci ho provato con le mie colleghe le ho fatte piangere! Ma lasciatemi almeno la speranza, no? Grazie

      Elimina
  10. Quanto è bello quel film........e quella frase in particolare...Quanto sei bella tu a provare queste emozioni, vuol dire che sei viva e coraggiosa. Lascia le porte aperte e quello che deve entrare entrerà. un bacio!!!

    RispondiElimina
  11. Eccomi. Senza parole e con un inchino profondo. Perché questo mia cara Alice si chiama coraggio. E che coraggio :D!
    Io sono nel limbo, perché in fondo non ho il tuo coraggio, la tua forza e il tuo ottimismo. Un abbraccio fortissimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so neanche se sia veramente coraggio, Simonetta. Ho preso la palla al balzo, questo sì. Una mia collega di vecchia data, che aveva intenzione di uscire come me approfittando del treno-esuberi, ha sottolineato il fatto che non mi hanno fatto problemi ad uscire, non mi hanno trattenuto, mentre a lei probabilmente avrebbero chiesto di restare...e così è stato. A parte il fatto che dopo tanti anni poteva essere meno stronza, non ha tenuto per niente in conto che io non ci pensavo proprio a restare e che il mio capo lo sapeva bene. Perciò, ho solo fatto il salto con la rete sotto, perché distratta sì...ma mica scema! Ricambio l'abbraccio e se ancora ti piace il lavoro che fai...tieni duro. Baci

      Elimina
  12. Intanto, con o senza rete, con o senza coraggio, il salto lo hai fatto. E qua nessuno salta più. Ma è veramente tanto importante puntualizzare sulla rete? Pensiamo al futuro, ora; pensiamo a cosa costruire.
    Quanto ai colleghi che nei momenti di difficoltà tirano fuori il meglio di sé... è incredibile quanto diventiamo egoisti e superficiali (e maligni) quando siamo in difficoltà (non se ne senta toccato chi non ritiene di far parte della categoria). Eppure un tempo si diceva che proprio nei momenti di difficoltà si accresce la solidarietà tra esseri umani.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, Asaka, pensiamo al futuro, pensiamo a cosa costruire. Oggi è uno di quei giorni un po' così, dove l'ottimismo viene un po' meno, nel quale sento il bisogno della vicinanza delle persone, vere o virtuali che siano. Grazie Asaka.

      Elimina
    2. Il guaio della comunicazione virtuale è che a volte non si coglie la necessità di essere più vicini...
      Quindi tu lanciaci un segnale di fumo per chiamarci a raccolta, e noi accorreremo! :)
      Un abbraccio, Alice, forza e coraggio.

      Elimina
    3. Non ti preoccupare Asaka, sto bene. Sai, a volte la comunicazione virtuale mi ha un po' deluso, ma bastano veramente pochi di voi, con il vostro calore e il vostro affetto per farmi pensare che sia valsa la pena di aprire il blog e navigare in questo mare. Grazie ancora.

      Elimina
  13. credo tu sappia come la penso: a volte l'Universo ci manda le più grandi opportunità proprio x mezzo di grandi prove e che "chiusa una porta si apre un portone". e ricorda, donna forte, che "il vento soffia sull albero grande" ... oddio na serie di citazioni ... insomma, magari è arrivato il momento in cui non hai più "scuse" e finalmente puoi iniziare a fare della tua vita ciò per cui sei ... qui ...
    un abbraccio!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Elisabetta, sei tanto cara. Sì, voglio prenderla come un'opportunità e stiamo a vedere cosa succede. Un abbraccio.

      Elimina
  14. Ti dirò...non solo mi sarei aspettata più umanità e un colloquio a tu per tu a quei poveri esuberi..io mi sarei aspettata pure degli abbracci , un "forza che non sei solo" sussurato all'orecchio, un "dai, vieni a mangiare la carne ai ferri da noi domenica". Questo io mi aspetto tra esseri umani, non di meno.Menomale che te ne sei andata, vedrai, per forza di cose la tua strada, la nostra strada la troveremo...

    RispondiElimina
  15. In questi giorni sto sentendo vecchi colleghi e per tutti ciò che brucia di più è il modo in cui si è conclusa questa esperienza. Ciò che pesa di più è il modo disumano in cui i proprietari\dirigenti si sono comportati. Io avevo già finito le lacrime, da mesi ormai, e forse non mi aspettavo niente di diverso. È per questo che sono tranquilla e voglio solo andare avanti. Sì, Patty la troveremo.... grazie.

    RispondiElimina