mercoledì 25 aprile 2012

9 Mondays for 9 skills: fare domande

All'inizio ero un po' titubante e ancora non so di preciso cosa scriverò, ma ho deciso di partecipare al secondo round di 9 Mondays for 9 skills promosso in prima battuta nel blog di Palmy Mens sana - Learning is experience e ripreso da La solita mamma nei giorni scorsi.
Si tratta di una serie di appuntamenti settimanali dedicati alle 9 competenze che genitori e insegnanti dovrebbero trasmettere ai propri figli, prendendo spunto dal post del blogger di Zenhabit che ha scelto la via dell'unschooling, ritenendo che la scuola non sia in grado di preparare i nostri figli per il mondo che li aspetta domani.

La prima competenza è Fare domande


E' da un po' che attraverso i post esprimo il mio dispiacere nel vedere che i miei figli non amano molto studiare e la mia speranza che col tempo capiscano quanto sia importante per il loro futuro.

Dopo aver fatto la necessaria autocritica per non essere, forse, riuscita a seguirli nel modo giusto fin dalla scuola primaria, vorrei sottolineare però che spesso l'insegnante fa la differenza.

Lo so che la scuola ha i suoi problemi, mancano fondi, ecc. ma un bambino che si annoia in classe e che di primo acchito non si interessa agli argomenti proposti, non è una bella sfida per un insegnante? Avere una classe con 15 bambini tutti bravi e studiosi (invece di una classe con 25 alunni perlopiù svogliati) non sarebbe terribilmente noioso? E la passione? Dove la mettiamo?

Lo so, così è troppo facile. La mia vuole essere una provocazione.

Però, mia figlia non ha mai avuto un'insegnante che abbia veramente creduto in lei anche se è una ragazza intelligente e io forse avrei dovuto stare di più dalla sua parte, invece chissà perché, l'adulto sembra sempre più affidabile.

Mio figlio invece ha due insegnanti di cui sono molto orgogliosa, perché vedono oltre l'apparenza della sua apatia e perché no della sua attuale immaturità... è ancora tanto infantile.

Il punto è che se fin dai primi anni di scuola trovano sempre qualcosa di sbagliato in  te, perché sei troppo lento, sei tanto distratto e non cercano di tirare fuori il meglio di te, se anno dopo anno non si aspettano grandi cambiamenti, non è facile che un bambino esca da questo torpore e cominci a fare domande a tutto spiano. Bisogna avere fiducia per esporsi e bisogna ritenersi degni della fiducia degli altri.

E se, finalmente, dopo che gli hai detto mille volte: "Se non capisci, chiedi", alzano la mano e si sentono rispondere "Ho già spiegato questo argomento", come puoi pretendere che siano invogliati a fare altre domande?

Io nel mio piccolo cerco di rispondere alle loro domande e non faccio mistero se non so rispondere. E' sempre una buona occasione per cercare insieme le risposte.

Quello che vorrei, non solo dalla scuola, ma nella vita in genere, è che si considerassero le persone come risorse ricche di prospettive e con numerose opportunità di cui approfittare.








12 commenti:

  1. Grazie Alice. Un post carico di emozione e di spunti. Hai ragione che il "mondo" tende a etichettare e poi è tutta una corsa in salita a dimostrare di essere diversi (se va bene!), altrimenti a credere quello che gli altri dicono di te. Per me a scuola pur andando bene era la stessa cosa. Ci sono insegnanti e persone appassionate e altre no. Superati i 40 anni (quindi con il senno di poi!) penso che ogni esperienza è comunque forgiativa. Penso che i tuoi figli abbiano in te un ottimo esempio e il fatto che a scuola non siano dei modelli da 10 e lode, non vuol dire che non siano cuoriosi e non abbiano voglia di conoscere attraverso canali diversi. In questo periodo sento parlare tanto di metodo Montessori per i bambini piccoli, ma mai (ma forse è una mia lacuna!) di un metodo montessoriano o simile per il resto della vita, sullo stile "socratico"... Ok sto esagerando, ma è un po' che ci giro intorno a questa idea, magari non matura da essere stata abbastanza chiara! Buon 25 aprile Alice!

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    1. E' sempre stimolante "parlare" con te La solita mamma. Del metodo Montessori avevo sentito parlare, ma non sapevo a cosa ti riferissi parlando dello stile socratico, perciò ho cercato un po' in rete. Ho letto che educare significa letteralmente "tirare fuori" e che da quando lo stile socratico è stato abbandonato perché difficile da applicare ai giorni nostri si è smesso di educare e si è cominciato a insegnare. Beh, sono ancora più convinta allora che dobbiamo far sentire la nostra voce per dare importanza a come si insegna e pretendere che la cultura abbia la giusta considerazione, le sia riconosciuta l'importanza fondamentale, anche garantendole i fondi necessari.
      Grazie Simonetta

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  2. Condivido pienamente tutto quello che hai scritto..tant'è che già da adesso vado in ansia alla scelta della scuola primaria che dovremo affrontare il prossimo anno per Dafne!
    Mi fa piacere potermi confrontare con te - che sei saggia - anche su tematiche che riguardano l'educazione dei nostri figli.
    ciao

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    1. Grazie Velma, fa tanto piacere anche a me confrontarmi su tematiche che ci toccano da vicino.

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  3. di nuovo latitante, ma sto leggendo a ritroso, eh! Bel post, la via dell'unschooling purtroppo non so se sia realmente praticabile, qui si danno poche possibilità, se non hai un titolo di studio, ma mi è capitato di conoscere persone "senza titoli" che avrebbero molta più competenza per fare certi lavori di chi ha "il titolo giusto". Cosa fa la differenza? La passione. La cura. E tocca per primi agli insegnanti farci appassionare.
    Condivido tutto quello che hai scritto.

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    1. Grazie anche a te cherryplum. Sì, credo anch'io che la via dell'unschooling sia un po' estrema. Però sono una persona che crede fermamente nella necessità di metterci passione, di qualunque lavoro si tratti. Nel mio ufficio sono l'unica a non avere la laurea, ma mi difendo bene, eh! Quante cose ho imparato in questi anni, perché anche la vita è scuola e non si finisce mai di imparare. Una delle mie colleghe con i suoi voti alti e le cose imparate a memoria, poi viene a chiedere aiuto a me perché non riesce a risolvere i problemi. Però questa è stata la mia esperienza, vorrei tanto che i miei figli studiassero il più possibile, non per lenire i miei rimpianti o frustrazioni ma perché sono veramente convinta che sia un investimento per la loro vita.

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  4. Grazie della tua partecipazione. Come sono vere le tue riflessioni, ci sarebbe veramente da scrivere un libro su ogni punto che metti in campo... "Quello che vorrei, non solo dalla scuola, ma nella vita in genere, è che si considerassero le persone come risorse ricche di prospettive e con numerose opportunità di cui approfittare". Anche io quest'anno ho avuto delle delusioni dalle colleghe che mia figlia ha per insegnanti, tanto da spingermi a cambiarla di scuola... il nostro compito di genitori tante volte pare un immenso lavoro senza risultati, eppure credo che i semi che piantiamo qualcosa alla fine frutteranno!

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    1. Grazie a te e complimenti per l'iniziativa (appena riesco faccio un giro più approfondito del tuo blog). Ecco, è proprio questo il punto: piantare dei semi che prima o poi frutteranno, anche se non saranno i nostri figli a beneficiarne.

      @Tutte: vi ringrazio tutte di cuore. Confesso che avevo il timore che non venisse capito il mio intento. Ultimamente mi capita spesso di sollevare questioni e sempre più spesso mi mettono a tacere dicendomi che sono polemica. Per il quieto vivere bisogna sempre accettare tutto? Se non lo si fa solo per il gusto di criticare, è tanto sbagliato evidenziare problemi?
      Ieri sera, mentre scrivevo il post, pensavo che avrei voluto dire le stesse cose, ma avendo dei figli bravissimi a scuola. Pensavo così di essere più credibile, perché è facile per qualcuno dire che è troppo comodo prendersela con gli insegnanti invece che con i figli che non studiano. I problemi, invece, sono problemi da qualunque prospettiva si guardino, sia che ti riguardino oppure no.
      Grazie per aver capito. Vi abbraccio.

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  5. Non ho figli ma condivido molto di quello che hai scritto.
    Bacio.
    Miky

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  6. La trovo davvero una validissima e lodevole iniziativa, complimenti per aver aderito! A presto e buon weekend,
    Laura

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