domenica 29 giugno 2014

La media delle medie alle medie ovvero quando la scuola perde un'occasione

E' finito un altro ciclo. Oggi con l'esame orale di terza media, abbandoniamo definitivamente la scuola secondaria di primo grado.
Dopo la scuola dell'infanzia e la primaria archiviamo anche la scuola media.
Era ora. Ricordo che quando ho aperto questo blog (nell'altra piattaforma) ero alle prese con gli esami di terza di mia figlia e ricordo perfettamente quanta ansia e che solchi ho fatto nei pressi della scuola, in attesa che uscisse.
Oggi forse la mia ansia era un po' inferiore, era la seconda volta, ma la tensione e l'emozione per il primo vero e proprio esame che affrontano i nostri figli è enorme.
Non è semplice. Pochi riescono a prepararsi su tutte le materie e, a dire la verità, il lavoro di ripasso dovrebbe essere avviato già dai professori nell'ultimo mese di scuola. Invece, avendo terminato il testo di seconda all'inizio dell'anno, arrivano stretti stretti, se ci arrivano, alla fine del programma. 
Come al solito, quelli bravi si arrangiano da soli, e quelli che hanno bisogno di qualcuno che li accompagni faranno del loro meglio.

.........

Mercoledì ero arrivata fino a qui.
Poi a tavola, mio figlio è entrato nei particolari.
Ha raccontato che i professori durante l'esame continuavano a consultare i telefonini: bell'esempio visto che due mesi fa era uscita una circolare che vietava i cellulari all'interno della scuola. E' rispettoso verso gli studenti guardare il cellulare durante l'esame o forse lo studente non merita rispetto?
E poi il momento clou: una prof che gli chiede qual è stato l'argomento che gli è piaciuto meno e poi quello preferito. Avute le risposte, chiede il primo argomento. Premesso che avrebbe potuto chiedere quello che voleva, avendo tutto il programma a disposizione, informarsi sull'argomento meno gradito e chiedere proprio quello, fa subito pensare che ti voglia fregare. Mio figlio ne ha tratto una lezione di vita: la prossima volta dirò il contrario! O addirittura due argomenti che mi piacciono...non si sa mai! - aggiungo io.
Mi ha raccontato che tremava come una foglia, tanto era emozionato, e la prof in questione lo prendeva pure in giro perché diceva troppi "cioè".

Non sono contenta di come è finita, la media delle medie dei voti di tutte le materie, tutte rigorosamente arrotondate per difetto, hanno restituito un risultato che non lo rappresenta. Chissà poi perché qualcuno è stato presentato all'esame con la media del 10, cosa matematicamente impossibile se non con generoso arrotondamento per eccesso. Capisco che si voglia premiare chi se lo merita, ma non riesco a farmi una ragione del compiacimento di un adulto nel vedere un ragazzo in difficoltà.

La scuola mi sta sempre più stretta. O parti subito in alto e, praticamente, fai tutto da solo, oppure trovi sempre più spesso persone che non amano il loro lavoro e non aspettano altro che tu faccia un passo falso.
Conoscere la materia non vuol dire saperla insegnare e non sapere come affrontare un'età in mutamento è un grosso limite.

Spesso ci si ferma al voto, alla mera memorizzazione di nozioni, come da programma. Il centro di tutto dovrebbe invece essere il ragazzo e la soddisfazione più grande per un insegnante dovrebbe essere la consapevolezza di averlo accompagnato per un tratto di strada e aver acceso la sua curiosità e il suo interesse.

I miei figli non amano molto la scuola ed io cerco di farne capire loro l'importanza, però certi episodi successi negli ultimi anni mi hanno sfiancato.

Magari avessero trovato sulla loro strada qualcuno così:

http://www.profduepuntozero.it/2014/05/26/classe-acqua/








12 commenti:

  1. ...ma questo che è scritto è vero? A me risulta spesso il contrario. Non credo che sia la norma. Non è giusto generalizzare.

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  2. Questa è la mia verità, non la verità assoluta. Forse finora sono stata sfortunata.

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  3. Devo purtroppo confermare quanto dici, sperando che non sia la regola.
    Mio figlio tre anni fa ha fatto l'esame. Io ho assistito all'orale. Se non fosse stato mio figlio sarei intervenuta!
    Confusione e viavai di professori, spostamento di sedie, commentini, risatine, saccenza e maleducazione.
    Gli insegnanti che avevano sempre dimostrato di tenere agli alunni hanno fatto di tutto per metterlo a suo agio, per aiutarlo a riprendersi dall'emozione e dalle imprecisioni, chiedendogli gli argomenti che meglio conosceva. Ma degli altri invece, che posso dire?! Una navigava su internet, una beveva la coca cola deridendo odiosamente mio figlio, un'altra, in via di pensionamento, lo ha messo vistosamente in difficoltà, peraltro correggendolo ignorantemente su argomenti che lui esponeva in maniera corretta. Ha ricevuto comunque un buon voto d'uscita, ma ha anche l'esempio di come essere insegnante vero non sia obbligatorio.

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    1. Mi consolo Ninin, perché a volte ho l'impressione di vedere solo io che qualcosa non va. Non mi sono mai nascosta dietro al fatto che l'ambiente scolastico non sia molto amato dai miei ragazzi. Ma non sopporto che quegli insegnanti si pongano di fronte e in contrapposizione, invece di camminare nella stessa direzione dei ragazzi.

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  4. Mi dispiace per il tuo ragazzo... A volte la scuola è frustrante, ma i ragazzi hanno la capacità di discernere e di valutare piuttosto precisamente le situazioni, lo ricordo bene sulla mia pelle di adolescente e lo vedo nei miei figli ora. Abbi fiducia: saprà mettere nella giusta prospettiva ogni fatto, ogni evento, senza abbandonarsi a quella delusione che tira verso il basso :-)

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    1. Sai, lui è in fase altalenante. Può avere grandi risultati, ma l'impegno non è sempre costante. Però, quello che temo è che si metta in testa che tanto sia inutile, mi dispiace vederlo perdere fiducia. Sarà perché sto passando una cosa simile con la grande e ho il terrore di rivivere tutto un'altra volta. Bisogna provare per capire quanto un professore, magari colto ma che non sa insegnare, possa far precipitare l'autostima di ragazzi di questa fascia di età.
      Credo sia giusto pretendere che i ragazzi si impegnino, ma che un genitore possa anche permettersi di criticare le cose che non vanno. Credo che un genitore ne abbia il diritto, indipendentemente da come vada il figlio.
      Verità scomoda....ma qualcuno deve fare il "lavoro sporco". ;-)
      Grazie della visita :-)

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  5. Sono completamente d'accordo con te, io ci sono in pieno dentro la scuola, l'anno prossimo avrò la maturità e se devo essere onesta non sono mai stata una cima a scuola. Di studiare non ne avevo voglia e i professori mi detestavano, al liceo è andata un po' meglio, ma più si va su, più si trova gente che vuole solo un buon voto e nient'altro, la scuola non dovrebbe essere questo. Una mia insegnante quest'anno ha detto una frase che non scorderò mai: "A scuola non ci si va per divertirsi", io sono rimasta allibita e ho subito ribattuto: "Invece sì", ma lei ha fatto finta di non ascoltarmi ed è andata avanti con la sua lezione. A scuola si va per divertirsi, perché imparare nuove cose dovrebbe essere il divertimento più grande, a scuola si va per stare nel mondo e il mondo senza divertimento cos'è? A scuola ci si va perché è bello, perché è divertente, io per questo lo faccio, lo faccio perché imparare è divertente e bisognerebbe farlo in modo leggero, così che le nozioni si apprendano davvero. La vita non è tutta serietà, voti e compiti da svolgere, ma anche divertimento e libertà, e se la scuola non è vita, cos'è? :)

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    1. Ecco Anto, ho letto il tuo commento in treno oggi pomeriggio e mi hai fatto venire pure la lacrimuccia (sono un caso disperato, lo so). Hai riassunto in poche righe tutto l'entusiasmo che la scuola dovrebbe incanalare: non sono i voti l'importante, ma che le cose imparate restino, diventino davvero un patrimonio. Divertirsi a scuola non vuol dire fare caciara, vuol dire dare la giusta leggerezza e non lamentiamoci poi se la cultura viene vista come qualcosa di noioso, da mandare in onda a notte inoltrata se mai appare in televisione.
      Riconsiderare tutto e rimettere il ragazzo al centro di tutto...come sarebbe bello se fosse sempre così, vero?
      Grazie Anto

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  6. E' triste quello che hai raccontato ma, quando i ragazzi sono supportati da una famiglia che li segue e spiega loro come gestire a livello emotivo quello che stanno vivendo, spesso le difficoltà e le ingiustizie li rendono più forti emotivamenti e quindi adulti più validi. Ricordati sempre che i ragazzi che vengono sempre agevolati si ritroveranno, prima o poi, ad avere delle grandi difficoltà nella vita che non sapranno come sbrogliare!
    Un caro saluto....sei in vacanza? E' da un mese che non scrivi più!

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    1. Non chiedo che siano agevolati, ma neanche che associno la scuola ad insegnanti che non stanno dalla parte dei ragazzi. Ho un nervo scoperto con la grande e allora mi viene da fasciarmi la testa con il piccolo. Mi prendo io il compito di far capire loro l'importanza dello studio, ma non accetto che insegnanti incapaci di insegnare mettano in crisi la loro autostima, giocando sulla loro fragilità. Non ho chiesto bei voti, né indulgenza, ma solo di aiutarmi ad affrontare quella fragilità e ho trovato un muro. Non starò a guardare una seconda volta, se mai dovesse accadere di nuovo.
      No, non sono in vacanza, ma ultimamente leggo i blog in treno e spesso non riesco nemmeno a commentare dal telefonino. Ho due post in bozza, ma ho sempre qualcosa da fare e non riesco a terminarli. (Uno è un ennesimo post sulla scuola e lo devo riscrivere perché non credo renda cosa voglio dire)
      Grazie per aver notato la mia assenza...fa sempre piacere ;.)
      A presto

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