domenica 22 settembre 2013

A.A.A. empatia cercasi

Vi è mai capitato di reagire a certe situazioni in maniera completamente diversa dalle altre persone?
In questo periodo mi capita spesso e la cosa mi sta un po' destabilizzando.

Sarà che esco da un'estate stressante e forse non mi sono mai rilassata abbastanza. Non ho fatto niente di particolare ma il mio cervello e la mia ansia invece hanno galoppato tre mesi di fila.

La faccio breve. C'è una squadra di basket che deve essere divisa in due, causa collaborazione tra squadre e conseguente arrivo di atleti da paesi vicini.

I criteri per la suddivisione sono le caratteristiche fisiche, il talento, le abilità raggiunte, l'impegno. 

Obiettivamente non c'è tanto arrovellarsi quando vedi ragazzini di tredici anni con 20-25 cm di differenza (sì, ci sono ragazzini alti anche 185-190 cm!) o con una struttura muscolare ben definita in fianco ad altri che sembrano bambini con le gambette da fenicottero (ogni riferimento a cose e persone di mia conoscenza è puramente casuale)

Perciò in attesa di avere la lista (scontata) dei nomi delle rispettive squadre, sono rimasta basita quando l'allenatore ha parlato ai ragazzi in spogliatoio, soffermandosi su chi per loro erano i migliori e chi i peggiori, arrivando pure a suggerire i nomi.

Parlandone con le altre mamme, ho avuto modo di constatare che:
1. la maggior parte non ne sapeva niente
2. una volta "aggiornate", le mamme non hanno avuto la mia stessa reazione
3. qualcuno mi ha pure detto che è tutta vita, così si abitueranno ad avere a che fare con persone così in futuro.

Tra gli altri, c'è stato anche chi non ha voluto indagare le reazioni del figlio che ha volutamente omesso di raccontare l'episodio.

E allora mi domando: se fossero arrivati a casa con un taglio in fronte, non si sarebbero fiondati a chiedere spiegazioni?
La mortificazione di un ragazzino attraverso una classifica del tutto inutile e non necessaria vale meno di un taglietto?

O sono io che ingigantisco le cose? Mio figlio non ha particolarmente risentito della vicenda, ma non vorrei che pensasse che sia giusto comportarsi così. E non è questo atteggiamento che mi aspetto da una persona che si ritiene un educatore.

Chi ha voglia di dirmi cosa ne pensa? Anche se non la pensa come me.







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19 commenti:

  1. Non mi stupisco più di niente, dopo che ho affrontato una situazione spiacevole con la mia bimbetta in prima elementare.
    Pare che i bambini capiscano molto meglio di noi, che si adeguano e che il mondo non è perfetto. Insomma le emozioni non contano un cavolo: come dici tu non essendoci una cicatrice visibile, non c'è problema. Cara Alice, penso che il nostro compito di genitori sia sempre più difficile, se vogliamo crescere persone emapatiche, altruiste e "umane".
    Un abbraccio :)

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    1. Sai che mi hanno sconvolto di più le mamme che non l'allenatore (dal quale non mi aspetto più niente)? E soprattutto chi ha chiuso gli occhi, ignorando il problema dietro a quel silenzio. Sì, è un compito difficile e spero che le emozioni siano rivalutate. Un abbraccio a te

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  2. Beh, non c'è bisogno che lo ripeta, vero? Sai come la penso...

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  3. credevo che queste cose succedessero solo nel calcio, e invece.... mio figlio gioca a calcio da quando aveva 6 anni. fortunatamente è un bimbo caparbio e la sua passione per questo sport è grande, altrimenti avrebbe già lasciato da anni. hanno provato in tutti i modi a scoraggiarlo, a escluderlo, ma hanno ottenuto il contrario. purtroppo agli allenatori e ai preparatori sportivi dei ragazzi non è richiesta nemmeno una minima preparazione pedagogica, ed è uno sbaglio enorme. sono figure che hanno una grandissima influenza su di loro ma sembra che allenino per orgoglio personale e smania di vittoria, più che per la passione per lo sport e per i ragazzi. e trovo assurdo che noi genitori dobbiamo 'sottotitolare' parole e atteggiamenti loro con i nostri figli, ma a volte per me è stato necessario...

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    1. Da quello che mi dicono l'ambiente del calcio è ancora più competitivo. A onor del vero, l'anno scorso mio figlio non si impegnava al pari degli altri ragazzi, anche se a volte ho pensato che potesse dipendere anche dal modo di fare dell'allenatore. Perciò non ha fatto molto per meritarsi il posto nella prima squadra. Ma non è questo il punto. Accetto e concordo sulla decisione dell'allenatore, ma questo non significa fare una classifica. Non ce n'era proprio bisogno.

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  4. ciao alice, sai che non mi sembra facile la questione che ci sottoponi? e non perchè non sia palesemente inumano il comportamento dell'allenatore o superficiale quello delle altre mamme... il punto è quanto questo sia importante. il fatto è, secondo me, che queste caratteristiche - per quanto spiacevoli - esistono... mi rendo conto che essendo tu rimasta allibita davanti alle parole dell'allenatore (anche io!), avresti voluto un appoggio da parte delle altre mamme... io sarei andata a parlare con l'allenatore, gli avrei fatto presente prima di tutto che dire a dei ragazzini adolescenti, probabilmente impegnati con passione nel loro sport, che andranno nella squadra di serie B perchè poco dotati fisicamente è non solo privo di tatto ma soprattutto denota un'incapacità di relazione che lo rende inadeguato al compito che svolge (non sta allenando una squadra di professionisti!). in secondo luogo credo sia sbagliato fare una squadra di super forti e una di medi perchè non andrebbe valutata solo la prestanza fisica ma anche la motivazione e la passione. chi ha passione può crescere molto bene vicino a chi, facilitato dal fisico, gioca più agevolmente.
    ma questo è solo il mio punto di vista, che mi sentirei di esprimere (magari con meno veemenza per un fatto diplomatico!) perchè sono fatta così, ma non mi sento di condannare le altre mamme, anche se mi sembrano dei marziani! dietro può anche esserci la scelta consapevole di non essere protettivi nei confronti dei propri figli e in questa luce non interferire in quello che accade nel loro mondo se non lo reputano pericoloso, e magari questo è solo ingiusto...come tante cose che accadono nella vita... può essere un punto di vista... pensa che io interverrei più su questo che su un taglio in fronte!

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    1. Hai ragione Serena, la cosa migliore sarebbe stata quella di andare a parlare con l'allenatore. Ma ho volutamente evitato di farlo, perché solo una settimana prima gli avevo detto forte e chiaro cosa pensavo di un certo suo atteggiamento. Mi rendo conto che stava preparando il terreno... e non c'era nessun bisogno di farlo. Quanto alle due squadre, ti assicuro che la disparità ormai è talmente evidente che andare nell'altra squadra gli darà la possibilità di giocare di più e mettersi in gioco. Non hanno escluso che in futuro non ci possano essere dei passaggi tra una squadra e l'altra. La pensavo come te e cioè che il confronto con chi è più bravo stimola la crescita nel gioco, ma se la differenza è troppa, ogni piccolo miglioramento sembrerebbe insignificante. Dalle mamme mi aspettavo solo un po' di solidarietà e dai ragazzi che imparino a non farsi mettere i piedi in testa senza motivo (scusa se spero che lo facciano almeno loro, visto l'esempio che diamo noi adulti e guarda come siamo ridotti! ;)
      Ti ringrazio per aver espresso il tuo punto di vista. Mi interessava proprio confrontarmi con persone che possano vedere l'accaduto da una prospettiva diversa e meno coinvolta.

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  5. Cara Alice, il modo di fare del vostro allenatore è allucinante, ma da come ho capito, da uno così te lo potevi aspettare....quindi credo che l'importante è che tu abbia fatto capire a tuo figlio che il comportamento del mister era sbagliato, di quello che pensano le altre mamme fregatene:-))

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    1. Sì, alla fine me ne frego, ma ci conosciamo da diversi anni ormai, mi aspettavo una reazione diversa da alcune di loro. Forse adesso che sono sicure della scelta dell'allenatore, forse, si lasceranno andare... ;)

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  6. la penso come te. sarà pure un istruttore di basket e non uno psicologo infantile, ma se vuole avere a che fare con bambini/ragazzini dovrebbe porsi un po' di domande, in modo da non ferire la sensibilità di esseri in formazione. è il minimo. lo sport è importantissimo per lo sviluppo, deve restare un piacere.
    solidale con te

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    1. Un istruttore che ha studiato per allenare si presume abbia nozioni di psicologia o pedagogia. E se da mio figlio pretendo l'impegno, dall'altro lato pretendo rispetto. Grazie Fioly.

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    1. Ciao benvenuta. Sei ermetica! Non so se ho capito il senso del tuo commento.

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  8. " Vi è mai capitato di reagire a certe situazioni in maniera completamente diversa dalle altre persone?"

    Praticamente sempre.

    Non sono certa di aver inquadrato correttamente la situazione.
    I criteri di scelta per la divisione nelle due squadre erano noti, pertanto i ragazzi, dinanzi ai due elenchi, avrebbero comunque associato i nomi di una squadra alla bravura e gli altri alla debolezza.

    Le cose che mi lasciano in dubbio sono due.
    1 - "soffermandosi su chi per loro erano i migliori e chi i peggiori". Magari dall'esterno potrebbe sembrare un modo di far maturare i ragazzi, di far loro fare autocritica. Invece è come se in classe l'insegnante si mettesse a discutere con gli alunni sui peggiori e migliori della classe, quando ognuno ha la sua unicità, i propri punti di forza e di debolezza, non sempre entrambi noti. Insomma, se lo facessi io mi lincerebbero. Ma non lo farei mai. Scherziamo?

    2 - "arrivando pure a suggerire i nomi". Questa è proprio la cosa che mi dà fastidio. Quello che è buono per l'insegnante non è detto debba essere buono anche per me. Ci vedo un segno di ipocrisia da parte del coach, che vuole convincere i suoi ragazzi (e forse indirettamente i genitori) della trasparenza e correttezza della sua scelta. Ma nessuno può convincermi che Magic Johnson è più bravo di me se io ho deciso di essere migliore di lui. Questo è veramente scorretto.

    Sull'atteggiamento dei genitori non so cosa dire. Li vedo indifferenti dinanzi a tante cose per cui io alzerei le barricate; e poi alzare le barricate per quelle che reputo sciocchezze. Quindi non sono in condizione di esprimere un giudizio.

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    1. E' questo il punto. La lettura degli elenchi sarebbe stata sufficiente. A scuola faresti una "premiazione" ai tre peggiori? No, ovviamente. Mi sarebbe piaciuto che si fosse lamentata chi non era stata colpita in prima persona. Una volta tanto, volevo lasciare il ruolo della rompiballe a qualcun altro. Perché sono stanca.

      P.S. Certo che non è male parlare con te....anche se sei una trentenne!!! ;P P P P !!!!

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  9. Fossi in te, Alice, se il ragazzo non ci tiene troppo, gli farei cambiare squadra e sport. Le parole "migliore" e "peggiore" andrebbero abolite prima della maggiore età, perché sono diseducative entrambe allo stesso modo. E' bello essere diversi, unici, ognuno col suo fisico e il proprio talento. "Migliori" o "peggiori" mai.
    Agata

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    1. Sei l'Agata che penso io, vero?
      Mi sono ripromessa di vedere come vanno le cose. Davo per scontato che avrebbe avuto un altro allenatore, per questo volevo lasciar perdere (anche se non sarebbe nel mio carattere). Forse però farà un allenamento con il vecchio allenatore. E allora staremo a vedere.
      E' già preoccupato per la terza media, non ha bisogno di stress aggiuntivo. Per me lo sport è divertimento e sfogo.
      Sai che fatica però passare sempra per la rompipalle che vuole andare a fondo delle cose e vedere gli altri che girano la testa, se non sono toccati da vicino? Che tristezza.

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