martedì 5 giugno 2012

9 Mondays for 9 skills: la compassione

 
 Settimo appuntamento dei 9 Mondays for 9 skills promossi dalla "proffa" Palmy e ripresi da La solita mamma.

Si riflette sulle competenze che i bambini dovrebbero possedere per affrontare meglio il loro futuro.
 

Se compassione significa "soffrire con l'altro" in questo sono "brava".

Ho già scritto da qualche parte che mi riesce bene, non consolare le persone, ma piangerci assieme. Non so se sia una bella cosa, ma tant'è, è più forte di me.

E' successo anche non più tardi di venerdì scorso. Sono scesa in strada e ho visto delle persone ferme al lato della strada. Mi è bastato vedere una macchina ferma e una bicicletta da bambino a terra per capire cosa era successo. Al momento sono rimasta paralizzata ma non riuscivo ad allontanarmi. Quando ho visto arrivare di corsa la nonna del bambino, che conosco, dicendo "E' mio nipote, è mio nipote", non sono riuscita a trattenermi e mi sono avvicinata insieme a lei. Il bambino era steso a terra con i capelli dritti in testa, tanto che non lo avevo riconosciuto. A questo punto avevo già le lacrime agli occhi, ma sentendo il bambino spiegare a suo papà, disperato, che gli faceva male solo la gamba, mi sono sentita di rassicurare la nonna, anche se nello stato in cui ero non dovevo essere molto rassicurante. Fortunatamente è finito tutto bene, ma il fatto mi ha stravolto la giornata.

Credo che l'immedesimarsi nel dolore altrui sia una caratteristica prevalentemente femminile, senza nulla togliere alla sensibilità maschile che esiste, ma secondo me, in un modo diverso.

Secondo me, un uomo si emoziona per il proprio bambino, quando nasce, quando fa progressi, in tante situazioni. La donna si emoziona per ogni bambino, anche non suo, anche se non lo conosce e questa caratteristica si accentua quando la donna diventa madre.

Sono cresciuta a film come "Incompreso", "Il campione" e tutta una serie di film strappalacrime e, se già era straziante allora, sono sicura che adesso non riuscirei più a guardarli. Non posso vedere bambini che soffrono, nemmeno se so che è finzione.

E anche se so che la facilità ad emozionarmi è la giusta punizione per aver tanto preso in giro, da piccola, una zia che si commuoveva spessissimo,  credo che la compassione sia come un abbraccio, un modo per stabilire un contatto con le altre persone.

Non so se sono ancora riuscita a trasmettere questa competenza ai miei figli, ma ci tengo tanto e la considero fondamentale per il loro futuro.





12 commenti:

  1. Grazie Alice, io mi sono fatta un bel pianto l'altro giorno guardando il film Billy Elliot...
    Beh, Alice vedere un bambino a terra dopo un incidente mette alla prova chiunque, eh!
    Non so cosa dirti, ma non credo che sia una questione di "maschi" e "femmine". Mio figlio è molto più sensibile della altra due. credo che in fondo sia una questione di carattare.
    E quindi l'importante è il "rispetto" per il dolore altrui. I maschi, dell'età dei nostri mariti, sono cresciuti comunque in una generazione in cui l'uomo doveva essere forte e basta... Ma forse nessuno ha la ricetta magica se non un po' di sano buon senso.
    Un abbraccio!

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  2. E' chiaro che l'episodio che ho raccontato ha toccato tutti i presenti e sono d'accordo che la sensibilità sia anche maschile, solo che ho sempre avuto l'impressione che le donne abbiano una capacità maggiore di immedesimarsi nel dolore altrui, ma è chiaro che è una generalizzazione.
    Un abbraccio anche a te!

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  3. Anche io sono così, non riesco a consolare le persone, non trovo mai le parole giuste. Però le abbraccio e piango insieme a loro.
    Un caro abbraccio.
    Miky

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    1. A volte vorrei essere più forte, ma non siamo tutti uguali e in certe situazioni le parole non ci sono proprio.
      Un abbraccio anche a te, di cuore.

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  4. Grazie della partecipazione e di avere riproposto alla nostra attenzione il significato profondo della parola com-passione...

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  5. Ciao. Bellissimo questo pensiero sulla comprensione. Anche il quadro del ragazzino per terra fa venire la pelle d'oca solo a leggerlo. Grazie per il lieto fine! ...ci vediamo sabato? Pensi di venire? Io ho infilato una foto su facebook (Claudia Moroni) e una su W&W (Claudia Ciarambino). Spero di trovarti là. Secondo me diranno molte cose interessanti per il nostro angolo "liberatorio" per i nostri pensieri...
    Buon tutto. cla

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    1. Bando alle tristezza e pensiamo a sabato. Più tardi ti scrivo, così ci mettiamo d'accordo. Ciao grazie.

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  6. Non posso che essere d'accordo. E' molto importante insegnare ai bambini la compassione perchè è la chiave per migliorare il mondo; se riesci a sentire quello che sentono le persone che ti circondano, vivi in un modo decisamente diverso, stando bene attento a non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. E' sempre la compassione che ti permette di avere un occhio di riguardo non soltanto per gli esseri umani ma anche per gli animali, la natura e l'ambiente in generale.

    Un caro saluto.

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    1. Credo che ci sia una naturale tendenza a chiudersi in sè stessi al giorno d'oggi, visti i tempi in cui viviamo. Ma di fronte al dolore è giusto che si abbassino le difese e ci si senta tutti più vicini. Penso anche ai terremotati. Dovremmo fare di più per loro, ognuno nel proprio piccolo.
      Grazie Mr. Loto.

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  7. Siamo cresciute con gli stessi film, e dopo come si fa a ripigliarsi??
    mi piace molto l'immagine della compassione come un abbraccio, che bel post!

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    1. A proposito dei film hai ragione sai? Si spiegano tante cose! E tutta la serie di film con Renato Cestiè (Il venditore di palloncini, l'ultima neve di primavera...) ma chi ce lo faceva fare?!
      Ti ringrazio. Sono davvero convinta che bambini o no, sia una competenza davvero importante. Grazie di essere passata.

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