Solidarietà

Immagine tratta dal web

Ieri ho letto un articolo nel mio settimanale preferito "Vanity fair" che mi ha fatto pensare.
Era un'intervista a Livia Giuggioli, moglie di Colin Firth (sì proprio quello fascinoso fin da quando indossava  quell'orribile maglia con la renna in Bridget Jones).
In realtà l'articolo è solo uno spunto per parlare di qualcosa che mi sta a cuore. Alla fine dell'intervista, Livia si è autodefinita "proactive", la cui traduzione letterale è "adoperarsi attivamente", ma che lei stessa, invece, ha liberamente tradotto "rompicoglioni" (scusate il francesismo).

Tutto questo per dire cosa? Che ce ne vorrebbero di più di persone così.
Quello che trovo più insopportabile di tutto, da un po' di tempo a questa parte, è vedere l'indifferenza che c'è in giro, vedere le persone che, se non sono toccate nel vivo, non si scompongono se le cose vanno male a chi sta vicino. Dicono: "Chissenefrega se gli altri hanno un problema, a posto io e la mia famiglia... a posto tutti".
La solidarietà, questa sconosciuta, che fine ha fatto?
Perché tante persone sono diventate così insensibili e non si indignano nel vedere situazioni di ingiustizia, sia nel lavoro o nella casa accanto?
Ecco, vorrei che ci fossere un po' più di rompicoglioni in giro, che prendessero un po' le difese di quelli che a volte non sono in grado di difendersi da soli. Che si esponessero un po' di più, invece di tenere gli occhi bassi e fare finta che vada tutto bene.