mercoledì 30 luglio 2014

Venezia S.Lucia - Fine corsa del treno?

Sopravvivere a Venezia

Quando senti "attenzione!" spostati subito. L'urlo proviene da un uomo che spinge un carrello, pieno zeppo di merci delle più svariate nature. E' il trasporto su "strada" di Venezia. Dal canale più vicino questo è l'unico modo per consegnare le merci ai negozi. E come dicevo, spostati subito se non vuoi essere travolto, perché c'è un codice non scritto che stabilisce che il carrello ha la precedenza. E ritieniti fortunato se non passi davanti ad un "sotoportego" proprio nel momento in cui uno di loro ne sta uscendo...senza fermarsi ovviamente.

E' matematico. Alla mattina il vaporetto che vedi partire e che non hai fatto in tempo a prendere è praticamente vuoto (forse perché la maggior parte dei treni arrivano tutti qualche minuto dopo?), mentre quello che prendi tu è pieno come un uovo. Eh sì, bei momenti.


Parecchie volte hai aspettato pazientemente che il treno partisse, sempre con almeno qualche minuto di ritardo. Ma se il vaporetto ritarda, senz'altro il treno spaccherà il minuto e vedere il treno che si allontana è veramente frustrante. Poi, impari che ti sei guadagnata mezz'ora e ti vai a mangiare un pezzo di pizza.

La "mia" Venezia

I turisti chiaramente sono la fortuna di Venezia e perciò benvengano. Ma perché gli stranieri, rinomati per essere ligi a tutte le regole nel loro paese, contrariamente alla fama che ci pregiamo di avere noi italiani, improvvisamente se ne dimenticano mentre vagano per le calli? Hanno la capacità di riempire una calle molto larga in un attimo, impedendo il passaggio a chi ha un ritmo un po' più veloce, perché non è in vacanza, ma ha un vaporetto e un treno da prendere. Una ragazza un giorno mi ha detto: - ma ti stai trasformando in una veneziana. Lo sai che i turisti ti danno da mangiare... - Touchée. Però, non ho potuto fare a meno di aggiungere: - E' vero. Ma possono darmi lo stesso da mangiare restando sulla destra della calle? -


Grazie ad una delle "amiche del treno", ho imparato un percorso alternativo al vaporetto, che se non ci fosse comunque da attraversare il Canal Grande, lo farei tutti i giorni (sia la gondola che il traghetto che ti portano all'altra riva costano poco meno dell'abbonamento del vaporetto - eh no che non do loro questa soddisfazione per pochi metri di navigazione!)
Ma, dicevo, ho imparato un percorso nuovo che mi piace tantissimo: le vecchie case con il giardinetto strettissimo e il cancelletto, i palazzi ad angolo che mi ricordano Parigi....non so... Venezia è bellissima, ma fare quella strada mi dà l'impressione di essere in viaggio, forse anche nel tempo.

           

Posso ritenermi fortunata, perché non ho mai trovato l'acqua alta. E pensare che c'era proprio il giorno prima che cominciassi a lavorare: l'ultimo giorno di Carnevale. Però non mi sono fatta mancare un acquazzone che ha riempito in un attimo lo spiazzo davanti alla stazione e così, comunque, le scarpe comprate da poco sono andate a farsi benedire.

Gli isolani e gli abitanti della terraferma sono due mondi a parte. Questo lo capisci subito. Per le caratteristiche intrinseche della città, la vita ha un ritmo piuttosto lento. Perché affannarsi? All'inizio fai fatica ad accettarlo, poi a volte cominci a pensare che forse forse vivono meglio loro... solo a volte però.

Per quella che è stata la mia esperienza, i veneziani sono sembrati più aperti nei confronti dei lavoratori stranieri, rispetto alla media della regione in cui abito. Ho avuto, nel mio piccolo, un'impressione di maggiore integrazione rispetto a quella che vedo in giro e la cosa non può che farmi piacere. Poi magari se la prendono con quelli della terraferma.... ;-)

Quante foto ho fatto mentalmente dal vaporetto! Ci sono degli scorci che ho imparato a riconoscere e che più e più volte mi sono ripromessa di fotografare.

Dopo cinque mesi da pendolare, posso dire di non conoscere molto di più di Venezia di quanto non conoscessi già prima. La settimana scorsa,però, mi sono concessa una lunga passeggiata e mi sono mescolata ai turisti....tenendo rigorosamente la destra!



Domani scade il mio contratto. Ultimo giorno.

Se non fosse che è stato prorogato per due mesi e quindi questo resoconto dei miei cinque mesi a Venezia, in bozza da un po', è diventata solo una tappa intermedia.

Un respiro, qualche attimo di ripensamento (ma per fortuna le ferie sono salve!) e la consapevolezza che due mesi in più di stipendio non si buttano via.

La mobilità può attendere. (E non è certo il paradiso!)

8 commenti:

  1. Non so se cono stata bene a destra, ma ho ceduto sempre il passo a chi sembrava autoctono, giuro! ;-)
    Le foto sono bellissime!
    Dita incrociate per il tuo lavoro, chissàmai...

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    1. Haha destra o sinistra non importa...basta che si spostino! Ma sono i gruppi numerosi di stranieri quelli più indisciplinati. Capisco che quando uno è in vacanza se la prenda comoda, ma e le code tanto ordinate che si trovano all'estero, dove sono finite? Mah ;-)
      No, sai? Ho accettato per finire meglio le cose che ho iniziato. Ma vuoi per la poca collaborazione (vedi persone che hanno un lavoro e che lo danno un po' per scontato, senza accorgersi che fuori c'è la fila), vuoi per le tre ore di viaggio abbondanti che mi faccio ogni giorno, questa esperienza "haddafinì" a settembre, anche se sono contenta di averla fatta.
      Grazie

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    2. E' un pendolarismo pesante il tuo (3 ore abbondanti non si possono fare a lungo)... però forse questa esperienza ti porterà qualcos'altro. Io le dita le tengo comunque incrociate :-)

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    3. Il mio motto ultimamente è "magari da cosa nasce cosa...". Perciò voglio vedere in ogni esperienza un'opportunità di crescita. Spero di farne altre...magari un po' più vicino a casa! O magari anche da casa, che è il mio sogno. Grazie per "l'incrocio" ;-) sei gentile.

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  2. Pero' che esperienza Venezia, e quasi da autoctona!! ;) io ho solo ricordi di una vacanza molto romantica...

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    1. Ecco...che dire...da pendolare è un po' meno romantica, soprattutto se sei sempre di corsa per prendere al volo treni e vaporetti. Adesso me la sto godendo di più, perché Venezia se lo merita.

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